L’utilizzo di cereali alternativi per produrre birra inizia con la birra stessa, infatti le prime popolazione che la producevano non avevano a disposizione il malto d’orzo e facevano fermentare i cereali che avevano a disposizione.
Dopo l’avvento del malto d’orzo e sopratutto con la legislazione moderna, che impone che la maggior dei cereali impiegati per la produzione della birra sia costituita dal malto, la libertà del birraio si è un pochino ristretta nonostante gli si lasci la libertà di abbinare al malto d’orzo dal 20% al 40% di cereali alternativi.
I criteri per la scelta di questi cereali possono essere i più svariati.
Se si vuole agire sulla consistenza e sul corpo della birra, il frumento e l’avena sono la scelta giusta: la rendono più morbida o vellutata.
Altre volte la scelta di un cereale alternativo nasce dalla volontà del birraio di mettere in evidenza un cereale della propria zona, autoctono e particolarmente pregiato.
Altre volte ancora però purtroppo i cereali alternativi vengono scelti per risparmiare. È il caso dell’industria che sceglie il frumento con un valore più basso sia in termini economici che qualitativi.