C’è un ingrediente che non è mai stato molto amato dall’industria: si tratta del luppolo. L’industria non l’ha mai molto tenuto in consideraizone perché estremamente costoso: sia nelle varie ricetta che nella comunicazione l’ha lasciato in disparte quasi a volercelo far dimenticare.
Quando invece, assieme al movimento della birra artigianale, si è iniziato a parlare tanto di luppolo perchè il luppolo – soprattutto nelle tipologie più aromatiche e quindi più costose – permette di creare birre davvero uniche, ecco che l’industria ha fiutato un trend da seguire.
È stato in quel preciso momento che abbiamo iniziato ad ascoltare con insistenza pubblicità che ci propinavano birre con quattro, dieci, dodici luppoli senza permettere all’utente di comprendere il significato dell’espressione.
È il numero di luppoli in ricetta? È la quantità di luppolo in mille litri?
Nessuno lo ha mai capito!
Quello che sappiamo invece è che a determinare la bontà di una birra non è il numero ma la qualità dei luppoli scelti: ci sono luppoli molto diversi tra loro.
È giusto inoltre che se si desidera parlare di quantità lo si faccia nel modo corretto esprimendola per esempio in grammi/litro: 2grammi/litro o 10 grammi/litro fanno una gran differenza sia in fatto di intensità aromatica che in costi di produzione.
Di questo però, ahimè, l’industria non parla mai!
